mercoledì 28 ottobre 2009

Il Signore delle Mosche

Il primo incontro, se così lo possiamo chiamare, con questo libro l'ho avuto ai tempi delle medie, quando nel libro di antologia m'imbattei nel primo capitolo di questo romanzo.
Ricordo che lessi il brano non poco a malincuore.
Passò il tempo e un giorno mi imbattei per caso in questo libro, che non sapevo di possedere.
"La storia di un gruppo di ragazzi che sopravvive a un'incidente aereo e si ritrova su un'isola deserta? Ma che stronzata", pensai.
Per un lungo periodo il suddetto romanzo giacque sperduto in qualche remoto recesso.
Fino a ieri, quando lo ritrovai e iniziai a leggerlo (un po' per riempire per qualche ora una giornata vuota, un po' per curiosità) sotto una luce nuova.
E molte cose che all'epoca non capii, ora sono chiare e lampanti.

Ma chi è il Signore delle Mosche?
Il Signore delle Mosche non esiste, è un feticcio, un prodotto della fantasia galoppante dei marmocchi naufraghi.
Egli è la bestia che tormenta le loro piccole menti.
E' il mostro che uscirà dall'acqua per divorarli, come dice il piccolo Percival.
E' il mostro che scenderà dalla montagna.
E' la testa di maiale impalata dai cacciatori con cui Simon parla, nel suo schizofrenico delirio.
Ma andiamo con ordine...

Come accennato sopra, ne Il Signore delle Mosche un gruppo di ragazzini dai 6 ai 12 anni che viaggia su un aereo diretto in una località di villeggiatura subisce un incidente e i sopravvissuti si risvegliano su un'isola deserta.
Del pilota e degli accompagnatori adulti non c'è nessuna traccia, probabilmente tutti morti.
In assenza di adulti, i ragazzini più grandi cominciano a realizzare una società ideale, in cui i piccoli possano giocare a piacimento e i grandi a occuparsi della caccia e di ravvivare il fuoco.
Leader carismatico e per un certo periodo indiscusso della società appena costituita è Ralph, un ragazzino altezzoso e con l'attitudine al comando, che agli occhi degli altri appare come "quello con la conchiglia" (quella che ha usato come tromba, per richiamare a sè tutti i superstiti).
Se però Ralph è il figo di turno, è Piggy, il ragazzino grassoccio e malato d'asma, ad essere la mente del gruppo.
Infatti, sebbene sia un tipo timido e schivo, Piggy è l'unico che riesce a mantenere la mente lucida pur trovandosi in una situazione di per sè disperata.
Se Ralph è il leader autorevole, Piggy è l'intellettuale dietro a tutte le migliori intuizioni.
Se Ralph perde spesso il filo del discorso, Piggy riesce a formulare intere "strategie di governo".
A contrapporsi a Ralph è Jack Merridew, il prepotente capo del coro, che pensa ad andare a caccia e organizzare una vera e propria tribù primitiva, cosa che poi farà nella seconda metà del romanzo.
Un quarto personaggio importante è rappresentato da Simon, un ragazzino che soffre di schizofrenia, che lo porta ad allontanarsi dal gruppo e ad avere una visione nei pressi della testa di maiale impalata dai cacciatori per propiziarsi la Bestia che si crede abiti sull'isola e che trami di uccidere i ragazzi.
Il Signore delle Mosche (così chiamato a causa delle mosche che girano intorno alla testa in putrefazione) nella visione rivela a Simon che in realtà non esiste nessun mostro.
Nel frattempo, Jack Merridew s'è allontanato dal resto dei superstiti e ha formato una tribù di cacciatori e sta dando una festa a base di danze e di carne di maiale.
Mentre è in corso una danza che ricorda la caccia e l'uccisione del maiale, Simon sbuca dalla foresta e i festanti, in un'ondata di furia omicida, lo scambiano per la bestia e cominciano a morderlo e a colpirlo in ogni modo.
Simon non riesce quindi a comunicare che la Bestia in realtà è solo il cadavere di uno sfortunato aviatore che era atterrato sull'isola dopo essere stato abbattuto col suo aeroplano.
Soltanto in pochi continuano a riconoscere Ralph come leader, tra cui Piggy e i gemelli Sam ed Eric.
La notte successiva alla festa, i guerrieri di Jack attaccano Ralph e rubano gli occhiali di Piggy, indispensabili per accendere il fuoco.
Pur di recuperarli, Ralph, Piggy e i gemelli partono alla volta del nascondiglio, ma subiscono l'aggressione dei selvaggi di Jack e Piggy muore.
In seguito i gemelli tradiscono Ralph ed egli si trova da solo ad affrontare tutti i suoi ex compagni, che adesso vogliono la sua morte.
Deus ex machina della situazione sarà l'arrivo di un'incrociatore, che trarrà in salvo tutti i ragazzi, ponendo fine all'assurda caccia.

Si tratta senza dubbio di un romanzo che non si adatta a chi cerca una lettura semplice: al di là del pretesto narrativo che potrà sembrare ingenuo e risibile, Golding delinea un ritratto verosimile e crudele di come le società utopiche, una volta che si tenta di realizzarle concretamente nella società, tendono sempre a degenerare, diventando società distopiche e totalitarie.
Riprendendo alcuni concetti cari al conterraneo George Orwell, come ad esempio l'odio verso un nemico creato ad hoc, lo scrittore guida il lettore attraverso una narrazione scomoda.
Per tutta la durata del romanzo si è a metà strada tra l'orrore di una società deumanizzata come quella dell'isola, il non voler ammettere che una cosa del genere sia possibile e la disarmante certezza che cose simili sono già capitate.
La narrazione, che procede abbastanza scorrevolmente e in maniera parecchio lineare (si hanno solamente un paio di flashback in tutta la storia, peraltro brevi e in cui si racconta il passato di Ralph), spinge il lettore a soffermarsi più sul significato recondito di ogni singolo evento che accade piuttosto che alla storia in sè.
In definitiva si tratta di una lettura molto interessante, da leggere non come una storiella, ma da analizzare in maniera critica per trarne le proprie conclusioni.

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