martedì 31 dicembre 2013

Laggente che ho rivalutato nel 2013

È l'ultimo dell'anno e per molti, se non per tutti, è tempo di bilanci e valutazioni. Tra queste vi è senza dubbio una lista delle persone verso cui abbiamo mutato atteggiamento od opinione.

Tim Berners-Lee


Non fraintendetemi, credo sinceramente che Berners-Lee sia un grande. Dopotutto è stato lui che ha progettato e realizzato quella che probabilmente è stata l'invenzione più importante del Novecento. Eppure non riesco a non pensare che passi una o due ore al giorno con le mani tra i capelli, mormorando tra sé e sé “Oh mio Dio, che cosa ho fatto?” al pensiero di aver creato una rete in cui se cerchi “Sumerian tablets” ti escono un miliardo di link a siti complottisti (true story).

Cesare Lombroso


Credo che chiunque abbia un po' di sale in zucca debba delle scuse a Lombroso. Quasi 105 anni dopo la sua scomparsa si scopre che in effetti non è che avesse detto solo un mare di stronzate, soprattutto alla luce di quanto discusso sopra. E comunque quel pizzetto è rad.

Giorgio Napolitano


Riguardo al Capo dello Stato, chiunque può avere la sua legittima opinione. Nemmeno io ho straveduto quando ha firmato certe leggi che non sarebbero dovute passare, ma gente, perché odiarlo per il discorso di fine anno? Alla fin fine si tratta essenzialmente di una formalità. Sarebbe un po' come se i britannici odiassero i cappellini della Regina, o i francesi detestassero riscrivere la costituzione ogni volta che piscia il gallo.

Sandro Pertini


Sandro Pertini era un figo, Sandro Pertini è un figo, Sandro Pertini sempre sarà un figo. Su questo non ci piove. Però, sul serio, smettetela di fare link su Facebook in cui gli mettete in bocca le frasi più idiote che la mente umana possa elaborare, vi prego. Questo averlo eletto a Oscar Wilde/Abraham Lincoln/Jim Morrison de noantri ha veramente stufato.

Franco Basaglia


Forse la legge 180 non è stata proprio una grandissima idea. Inuf said.
Anche lo stesso Basaglia ci avrebbe ripensato più di una volta vedendo questa gente.

lunedì 23 dicembre 2013

Privacy su Internet

Clicca sull'immagine per visualizzarla a dimensione originale.
Copyright © Randall Munroe xkcd.com

Il font utilizzato è Anime Ace BB di Blambot.

giovedì 17 ottobre 2013

Layout italiano esteso

Non è certo una novità che il layout di tastiera italiano lasci un po’ a desiderare, soprattutto considerando che non è possibile scriverci le vocali accentate maiuscole, almeno non senza conoscere i codici ASCII di questi caratteri. Il problema è che non è facile ricordarsi i codici di lettere che non si usano tutti i giorni. Quante volte ci è capitato di dover utilizzare la Ò? Pochissime; praticamente solo quando dovevamo scrivere in Caps Lock. Il problema è che questo tasto non ha effetto sui tasti a destra di P, L ed M, oltre che sui tasti numerici, quindi spesso ci si può ritrovare delle meraviglie di bruttezza come “NON VOGLIO DIRTI COSA FARE, PERò è MEGLIO SE NON CI VAI”. Roba da far sanguinare gli occhi ):
C’è però un problema più reale: quello di “è” usato a inizio frase. Solitamente il problema lo si aggira scrivendo una E (non accentata) maiuscola seguita da un apostrofo. È così che si fa da praticamente sempre. Ho avuto modo di usare una Olivetti Studio 44, una stupenda macchina da scrivere degli anni ’60 che ha il solo problema di pesare circa una tonnellata, e anche quella ha il difetto di non avere le lettere accentate maiuscole. In compenso, però, ha l’assurda, inutilissima c con la cediglia. Certo, all’epoca questo carattere aveva un suo senso: consentiva di scrivere lettere sia in italiano che in francese, soprattutto considerando che negli anni ’60 quella lingua contava ancora qualcosa e che una delle applicazioni principali per cui si usava la macchina da scrivere era quello di scrivere la corrispondenza (ancora oggi la lingua ufficiale dell’Unione Postale Internazionale è il francese.
Ma nel 2013 questo carattere appare oltremodo fuori luogo: viviamo in un mondo in cui ci sono i correttori ortografici e avrebbe più senso che questo entri in funzione quando si scriva in una lingua straniera, che non quando si scrive nella propria lingua. E, diciamocelo, le lettere accentate minuscole in mezzo a un testo tutto in maiuscolo proprio non si possono vedere.
Qualche tempo fa ho provato ad usare il layout di tastiera britannico esteso, che consente di scrivere le lettere accentate (anche maiuscole) grazie a delle specifiche combinazioni di tasti. Il problema è che ogni layout di tastiera ha un posizionamento diverso di alcuni caratteri, in particolare dei segni di punteggiatura, che mi sembravano tantino fuori posto, visto che ho sempre digitato usando tastiere con un layout italiano. Chiunque abbia mai usato la console di un qualsiasi FPS (fino a circa gli inizi degli anni duemila) sa cosa intendo. Oppure in DOS, quando il layout cambiava in quello statunitense senza alcun motivo apparente. O ancora, in alcune distribuzioni Linux.
Da questo punto di vista, il layout offerto dalle distribuzioni Linux basate su Debian è davvero molto buono, visto che digitare delle lettere accentate col Caps Lock attivato ne scriverà la versione maiuscola. Su Windows, invece, si è costretti a dover usare Mappa Caratteri e visto che studio lingue so quanto l’interfaccia di questo programma sia semplicemente orribile: per trovare un carattere dell’alfabeto IPA ci vogliono eoni. Ho deciso quindi di creare il mio layout personalizzato utilizzando Microsoft Keyboard Layout Creator (MSKLC), un software scaricabile gratuitamente da Internet.
Differenze principali tra il layout italiano standard e quello italiano esteso:
·         I caratteri \ ç ° § ^ vengono digitati usando AltGr in unione col rispettivo tasto;
·         Il tasto ` è un tasto muto che svolge le stesse funzioni dell’omologo presente nel layout britannico esteso, vale a dire scrivere le vocali accentate aperte;
·         Possibilità di scrivere i principali simboli fonetici dell’italiano e dell’inglese tramite combinazioni di tasti del tipo AltGr+Tasto;
·         Possibilità di digitare le virgolette « e » tramite le combinazioni AltGr+< e AltGr+Shift+<, rispettivamente.

Le seguenti immagini mostrano il comportamento del layout.
Comportamento con Bloc Maiusc disattivato e Shift e AltGr rilasciati

Comportamento con Shift e AltGr premuti contemporaneamente
Comportamento con AltGr premuto
Comportamento con Bloc Maiusc attivato

Istruzioni di installazione
·         Scaricare l’installer dal link qua sopra;
·         Decomprimere il file zip;
·         Lanciare il file “setup.exe”;

·         Al termine dell’installazione, cliccare sull’icona della tastiera sulla barra della lingua (la sigla IT accanto all’orologio) e selezionare “Italiano Esteso con IPA”.


martedì 15 ottobre 2013

GUIDA: Installare l'ambiente desktop LXDE su Ubuntu

Utilizzo il laptop in dual boot Windows/Linux dal momento che alcuni programmi che mi servono necessariamente come PoEdit e GetText, sui sistemi operativi Microsoft fanno piuttosto pena (e anche perché a volte devo accendere il PC e non ho voglia di aspettare i porci comodi di Win7).
Quando scopro una distribuzione Linux che mi potrebbe potenzialmente interessare, ma non ho intenzione di formattare la partizione su cui ho installato Ubuntu per poi possibilmente dover riformattare e installarlo da capo utilizzo però un vecchio fisso con un Pentium 4 3.00 GHz e 512 MB di RAM, di cui 16 sono dedicati alla scheda video. Inutile dire che quel computer è TREMENDAMENTE lento e spesso si pianta così, semplicemente perché gli va. Per avere un’idea di quanto quella macchina sia atroce, su Kubuntu 13.04 Muos si bloccava ancora prima di caricare la schermata principale, mentre su Puppy Linux, che notoriamente è una distribuzione leggera, non riuscivo neppure ad aprire AppGrid, forse il software center più leggero di tutti. Attualmente, su quel PC ho installato Ubuntu 12.04 LTS, scelta alquanto infelice, dal momento che richiede 1 GB o più di RAM.
Per ovviare all’inconveniente che Unity si blocchi oppure crashi (sì, quel computer riesce a far crashare anche Unity 2D) ho deciso di passare a un ambiente desktop leggero. Scartata l’opzione Xfce, che su Mint 15 era quasi inutilizzabile, ho deciso di provare LXDE, che a quanto ho letto online è l’ambiente desktop più leggero tra quelli disponibili per Linux.
Per installare LXDE basta aprire il terminale e digitare:

                sudo apt-get install lxde

Su quel computer l’installazione è stata piuttosto veloce (un paio di minuti per scaricare tutti i pacchetti necessari e un altro paio per completare l’installazione vera e propria). Quando l’installazione sarà completata, chiudete pure la finestra del terminale ed effettuate il logout.
Proprio sopra il riquadro in cui si inserisce la password, cliccate sul piccolo logo di Ubuntu accanto al vostro username e selezionate LXDE, quindi effettuate l’accesso.
Se avete già usato KDE, il Desktop Environment vi sembrerà familiare:

 In effetti è quasi la copia sputata di KDE, con la differenza che LXDE non utilizza vezzi come il ClearType e altre amenità. Certamente non fa miracoli e un computer lento rimarrà sempre un computer lento (ad esempio, installare LXDE non è riuscito a risolvere il problema della lentezza del caricamento del Software Center), ma almeno funziona e anche discretamente bene.
Di certo è una delle migliori opzioni per chi voglia installare una distribuzione Linux recente su un PC piuttosto datato.

Alla prossima.

martedì 10 settembre 2013

Sacred Line disponibile anche in italiano

Sacred Line è un gioco horror in prima persona sviluppato da Sasha Darko, in cui impersoneremo un'investigatrice privata che si ritroverà a indagare su un misterioso caso. Originariamente rilasciato su Desura, da oggi è possibile scaricarlo anche in italiano dal sito Mega.co.nz
Clicca qui per scaricare Sacred Line in italiano.
Prossimamente sarà anche disponibile una versione completamente doppiata in italiano.

NOTA: Sacred Line non è compatibile con i monitor a risoluzione in 4:3.

Screenshot:

lunedì 26 agosto 2013

Potresti essere un traduttore se...

Da qualche tempo gira in alcuni gruppi di traduttori su LinkedIn questa spassosissima lista scritta da uno studente della Heriot Watt University.
Probabilmente i non addetti ai lavori potrebbero non capirne qualcuna.

LifeinLINCS usually does serious, thought-provoking, analytical posts but it’s summer, so it’s time for a little fun too. So, if you have ever wondered whether you or someone close to you might be a translator, here are some signs to look for:
You might be a translator if…
1)    Your favourite comics have characters who can’t decide between electronic and paper dictionaries.
2)    The nearest you get to a suntan is when you forget to turn down the brightness on one of your three computer monitors.
3)    Seeing the phrase “scanned pdf” sends you running for a crucifix, a clove of garlic and overpriced OCR software
4)    You actually understood number 3.
5)    You write your Christmas and Valentine’s cards using CAT software.
6)    Your CAT crashes and hangs more often than it purrs.
7)    You have complained to your pets about your clients
8)    … in three different languages
9)    … in the past hour alone.
10)    You are not sure whether to find Google Translation funny, annoying or insulting
11)    … but you still secretly use it to get the gist of blog posts written in languages you don’t use
12)    … and you will never, ever openly admit to that!
13)    “Being invited to a party” means “being on an online conference call”
14)    … but you still brought snacks.
15)    You completed a job while still wearing your pyjamas.
16)    People in your family are wondering when you will “get a proper job”.
17)    Your working hours are dictated more by the routine of your children or pets than by the clock.
18)    To you, misplacing a comma is a crime worthy of the death penalty.
19)    The last time you left the house, someone called the police to report a possible intruder in the neighbourhood.
20)    You have a masters degree and a bunch of certificates and yet you still have people asking you to work for less than your local minimum wage.

domenica 25 agosto 2013

Wintermute: disponibile anche in italiano


Wintermute è un programma che consente di creare avventure grafiche punta e clicca. Sviluppato da Dead Code, un piccolo team di programmatori, è disponibile come donationware, cioè liberamente disponibile per il download e se l'utente lo trova utile può supportarne lo sviluppo con una piccola donazione libera tramite PayPal, oppure regalandogli uno o più oggetti presenti nella WishList di Dead Code su Amazon.

È vero che una patch per tradurlo in italiano è disponibile sul sito stesso di Wintermute, però ho notato che questa contiene alcune imprecisioni e alcune stringhe non sono state tradotte affatto.

ISTRUZIONI
  1. Scaricate la patch da qui;
  2. Andate in C:\Program Files (x86)\WME DevKit\loc\ProjectMan\ e rinominate il file default.lng in default.lng.bak
  3. Estraete il contenuto di WME_ITA.zip nella  stessa cartella;
  4. Se Windows vi chiederà i permessi di amministrazione, cliccate sul pulsante "Sì";
  5. Lanciate Wintermute.

giovedì 22 agosto 2013

William Wordsworth, La Colpa e il Dolore (Anteprima)

Un viaggiatore sull'orlo della pianura
Continuava il suo ramingo viaggio, a piedi seminudi;
non per aiutarsi, curva la sua andatura,
col bastone che portava, poiché crudi
eran la terra e l'aria e il suo viso sembrava compunto
sia dai tempi andati che da quelli a ridosso:
il suo viso di sottili capelli grigi trapunto
il suo mantello era di un militare rosso
ma scolorito, e in più punti strappato e rattoppato.

William Wordsworth - Guilt and Sorrow (1793-94)

sabato 17 agosto 2013

Marissa K. Lingen, Il Ministero del Cambiamento

Illustrazione di Julie Dillon.


Per gentile concessione dell’autrice e di Tor.com ho avuto il permesso di tradurre in italiano questo interessante racconto che mi ha ricordato un po’ le atmosfere orwelliane di 1984 e quelle di Minority Report.
Forse sarò un patito delle ambientazioni distopiche, oppure il racconto merita davvero; lascerò che siano i lettori a giudicare.

martedì 13 agosto 2013

Le otto localizzazioni che più mi hanno colpito



In fin dei conti faccio il localizzatore, quindi perché non scrivere delle otto localizzazioni di videogiochi che più mi hanno colpito, nel bene e nel male? Qualcuno potrà chiedere “perché mai otto?”
La risposta è semplice: l’otto è un numero che mi piace perché fa rima con un sacco di parole (botto, scotto, smotto, paperotto. 

Senza ulteriori indugi, cominciamo con l’ottava posizione:

8) Tomb Raider II

Lara Croft e il suo didietro ipnotico.
Questo è stato il primo gioco che abbia mai provato che avesse una localizzazione in italiano. Prima di allora, tutti i videogiochi che conoscevo o avevo giocato avevano ben pochi testi, del tipo “New Game”, “High Score” e via discorrendo. Ma Tomb Raider II era diverso: non solo i testi erano tradotti, ma persino le cutscene lo erano. Non lo erano però i filmati in FMV, delizia di quei tempi, che mancavano di qualsivoglia dialogo, probabilmente una mossa astuta di Eidos per limitare i costi di produzione.
Probabilmente è a causa del fattore nostalgia che Tomb Raider II è il capitolo della serie che ricordo con più piacere e che torno a giocare di tanto in tanto. Certo, la qualità del doppiaggio, a pensarci oggi, era pessima, ma quale videogioco degli anni ’90 poteva vantare un cast di doppiatori stellari?

7) Shining Force: The Legacy of Great Intentions

Tanti capelli fa (la calvizie incipiente mi ha ormai costretto a rivalutare il modo in cui calcolo il tempo, facendomi passare dal tradizionale giorni, mesi e anni all’attuale alcuni capelli, diversi capelli e molti capelli fa), quando ancora la signora Stephanie Meyer non aveva tramutato il sostantivo inglese Twilight in sinonimo di “vampiro lievemente androgino e sbrilluccicante”, tale termine era il simbolo del potere.
Negli anni ’90 andavano molto  in voga i cosiddetti CD Twilight, una pubblicazione bootleg che raccoglieva in un solo disco (che negli anni sarebbero diventati 2 CD o 1 DVD, quest’ultimo contenente diverso materiale aggiuntivo) moltissimi giochi. Ovviamente tutti i dati erano compressi sino all’inverosimile e si giungeva persino ad eliminare completamente tutti i filmati in FMV, ma erano TANTI giochi, che equivaleva a TANTO divertimento. Oppure no?
Beh, no. Si trattava per la maggior parte di titoli budget di dubbia qualità, però nel fango talvolta si poteva trovare una qualche perla nascosta. È proprio ciò che capitò a me quando avevo 11 o 12 anni. Un mio cugino (con una g) mi prestò due CD Twilight. All’interno di essi vi era qualcosa che catturò la mia attenzione: si chiamava Sega Smash Pack 2. Lo installai e mi accorsi che era una raccolta di hit del Mega Drive, tra cui spiccava un RPG tattico di nome Shining Force. Forse è proprio grazie a Shining Force che ho iniziato a maturare il mio interesse per la lingua inglese e senza dubbio mi ha aiutato molto ad impararla, anche se all’epoca avevo capito solo il 35% di ciò che era scritto.
Fu solo molto tempo dopo che scoprii che Sega of America aveva fatto, similmente a come facevano a quell’epoca (Shining Force è del 1993) molte software house che dovevano localizzare dei giochi dal giapponese, un grossolano lavoro di accetta. Addirittura una parte fondamentale per la comprensione della trama era stata completamente tagliata, cosa di cui però mi accorsi solo quando giocai al remake per Game Boy Advance.
Nonostante tutte le pecche della sua localizzazione inglese, Shining Force rimane però una piccola perla nella libreria della console a 16 bit di Sega.

6. Half-Life 2
Se non la conoscete, cercatela su YouTube.
Esiste anche un Machinima intitolato Freeman's Mind.


Questa è una localizzazione che mi ha colpito, ma solo per i motivi sbagliati. Piccola precisazione: io ADORO la Valve e penso che tutti i loro giochi siano una figata, anche se alcune delle loro politiche aziendali mi lasciano un po’ perplesso. Una tra tutte, invece di sviluppare cazzatine come la SteamBox potrebbero impegnarsi a far uscire in tempi umani Half-Life 3. Oppure Portal 3. O Team Fortress 3. O anche tutti e tre.
Detto questo, il modo in cui il copione di HL2 è stato tradotto e successivamente interpretato mi ha fatto rabbrividire dall’orrore. Per capire perché, guardiamo assieme entrambe le versioni dell’intro, prima quella inglese e poi quella italiana, e soffermiamoci su alcuni dettagli.
EN:

IT:


Notato qualcosa? La prima battuta dell’originale è “Rise and shine, Mr. Freeman, rise and shine”, che in italiano è stata resa con “Si svegli, Mr. Freeman, si svegli”. Qualcuno potrà anche tentare di essere conciliante, dicendo “Massì, in fin dei conti il significato è quello!”
E invece no.
Rise and shine è un’espressione anglosassone che è al tempo stesso militare e religiosa: militare perché fa riferimento all’alzarsi dalla branda e lustrare gli stivali per andare in battaglia, religiosa perché rimanda al libro di Isaia 60:1, che recita, nella versione di Re Giacomo:
Arise , shine ; for thy light is come , and the glory of the LORD is risen upon thee.”
Mentre nella Riveduta del 1927 si ha:
“Sorgi, risplendi, poiché la tua luce è giunta, e la gloria dell’Eterno s’è levata su te!
Una utente di un forum che frequento ha sottolineato (giustamente) , come “le citazioni vengono troppo spesso comunque ignorate, vuoi per mancanza di riferimenti o per mancanza di tempo. […] C'è chi potrà obiettare che tanto simili riferimenti potrebbero essere scorti da una percentuale minima di giocatori, ma per quello 0,0000n % varrebbe in ogni caso la pena; e sarebbe un indice di rispetto per chi in un gioco ha investito il proprio entusiasmo e il proprio bagaglio culturale.”
Verissimo, ma in quanto parte di quella 0,0000n % fetta di pubblico che le citazioni le coglie voglio poter essere in grado di sussultare ogni qual volta c’è una citazione dotta o pseudo-tale.
C’è però da dire che alcuni doppiatori hanno comunque fatto un lavoro discreto, soprattutto “…”, che ha prestato la sua voce a Gordon Freeman. Magistrale interpretazione!
5. Mass Effect

Il meme, per fortuna che ha conosciuto una
brevissima fama, del comandante Shepard.
Quest'immagine infesta ancora i miei incubi.
Qua tocchiamo un altro tasto dolente. Mass Effect aveva avuto un inizio esplosivo, un sequel bello ma che comunque pecca della stessa colpa di tanti altri secondi capitoli e un finale che… Lasciamo perdere.
Purtroppo, ancora una volta, la qualità del doppiaggio non era granché. Certo, il lavoro di Claudio Moneta non era proprio da buttare, ma la maggior parte degli altri doppiatori non è che abbia fatto chissà che grande interpretazione. E si può anche perdonare la prestazione non proprio esaltante di Giacomo Zito, il quale ha dovuto registrare TUTTE le battute praticamente a ridosso della data di lancio a causa dell’incidente stradale che aveva costretto Moneta ad abbandonare il progetto dopo aver doppiato circa l’80% delle battute.
Ma Dio mio, Femshep proprio non la si può sentire. No, giuro, è un’interpretazione talmente atroce che quasi su YouTube non si trovano video al riguardo. Qualsiasi risposta si sceglie, la protagonista risponderà con un tono scazzatissimo.
Sigh…
4. The Elder’s Scrolls: Morrowind e Oblivion

Quando Morrowind uscì per Xbox, un rappresentante italiano di Microsoft affermò, grosso modo, che “non c’era tempo di localizzarlo in italiano”.
Quando Oblivion uscì per tutte le console del globo terracqueo, qualcuno lo localizzò in italiano. Oh… Mio… Dio… La traduzione era talmente pessima che su Internet non è nemmeno possibile trovare i nomi di chi se ne occupò. Probabilmente adesso sono emigrati in Burundi.

3. Beyond Good and Evil

Si sa, la storia tende sempre ad essere eccezionalmente gentile con alcuni titoli e troppo dura con altri. Beyond Good and Evil ricade in quest’ultima categoria.
Frutto dell’intelletto di Michel Ancel, creatore di Rayman, Beyond Good and Evil era uno dei diversi tentativi che Ubisoft stava mettendo in atto nel tentativo di avviare delle nuove serie di successo. È infatti dello stesso periodo l’uscita di XIII, un FPS con grafica in cel-shading basato su un fumetto belga. Purtroppo, né Beyond Good and Evil né XIII riscossero granché successo, tant’è vero che li acquistai entrambi nuovi di zecca, non molto tempo dopo la loro uscita, a meno di 15 euro cadauno.
Eppure, Beyond Good and Evil aveva tutte le carte in regola per diventare una serie di successo: una storia intrigante, personaggi ben costruiti e uno stile grafico parecchio accattivante. Senza contare il fatto che, per la prima volta nella mia vita, sono riuscito a dispiacermi per le disavventure che capitavano alla protagonista, merito anche di un doppiaggio stellare (la voce di Jade è di Chiara Colizzi, una delle doppiatrici di Uma Thurman).

2. Zero Wing


Alzi la mano chi non ha mai letto su Internet la frase “All your base are belong to us”. Ma forse non tutti sanno che essa ha origine dalla localizzazione statunitense di Zero Wing.
All’epoca, a causa delle limitazioni nel numero di caratteri visualizzabili all’interno di una textbox, i localizzatori dal giapponese all’inglese erano costretti a tagliare drasticamente le frasi. Giochi come Breath of Fire presentano alcuni errori di grammatica e di ortografia, mentre altri inventano lingue completamente ignote al genere umano. White men can’t translate.

1. Max Payne 1 e 2

Chi mi conosce sa che adoro la Finlandia. Le mie quattro band preferite sono finlandesi. Ho addirittura buttato venti euro per acquistare la traduzione del Kalevala, il poema nazionale finnico.
Credo proprio che questo amore viscerale sia dovuto a Max Payne. Sviluppato dalla finlandese Remedy Entertainment e distribuito da Rockstar, questo titolo ha inaugurato la carriera di Sam Lake (all’anagrafe Sami Järvi) come piccola stella del panorama videoludico. Il secondo capitolo è stato, ovviamente, all’altezza delle aspettative.
Ma soprattutto, la maggior parte del fascino che Max Payne esercita su di me (e molti altri) è dovuta al suo doppiaggio eccezionale. La voce del protagonista nella versione italiana è quella di Giorgio Melazzi, che si adatta perfettamente al suo ruolo.

venerdì 9 agosto 2013

...

Forse dovrei scrivere un qualche commento, un pensiero, qualsiasi cosa.
Ma sul serio, cosa c'è da commentare?

martedì 6 agosto 2013

Uniti


Siamo gli orfani della terra santa, le lacrime di Gerusalemme
E nell’oscurità abbiamo pregato e giurato di risollevarci ancora.

Siamo i figli del sole splendente
Che condividono la propria fede tramite la canna di una pistola.
Camminiamo sull’acqua santa, eppure ci bruciamo.
Fratelli dell’oriente, rimaniamo uniti.

Un’antica promessa in una terra orfana,
un pugno chiuso diviene una mano tesa.
Le forze armate versano sangue sulle sabbie sacre
E sempre non capiamo che siamo una cosa sola.

Le parole scorrono nelle nostre vene come veleno,
la speranza svanisce quando si tesse una tela di inganni.
Dovremo rivivere il dolore delle guerre passate?
O saremo la luce, il nuovo folklore?

Il male si abbatte su ognuno di noi, non è una novità,
che importa se sei musulmano o ebreo?
I desti non sono che pochi
E chi può fare la differenza sei tu.

Cavalchiamo dale terre mediorientali, tutti figli di Abramo,
la nostra spada è la luce interiore che brucia splendente come il sole.
Siamo gli orfani della Terra Santa, i guardiani di Or-Shalem,
Dunque i nostri guerrieri si inchinano di fronte a te, poiché sono uomini semplici.

Orphaned Land - All is One (2013) - All is One

domenica 4 agosto 2013

Ceneri




Sostieni che non ti conosco, ma ti conosco bene,
ti leggo in quegli occhi di cenere che abbiamo visto l’inferno in faccia.
Ho camminato al fianco dei più deboli soltanto per sentirmi forte,
hai donato il tuo corpo solo per un po' di senso di appartenenza.

Bruciamo assieme,
bruciamo assieme.

Questo dolore non passerà mai,
queste cicatrici non si saneranno mai.

Assaporo il tuo male e tu il mio dolore,
attratti l’uno dall’altra per ogni macchia,
lecco gli strati di lordura dalla tua pelle,
le tue lacrime ammorbidiscono la mia scorza per lasciarti entrare.

Ti tocco più forte,
ora ti tocco più forte.

Mentre attraversiamo la cenere
Sussurro il tuo nome,
un assaggio di dolore a cui aggrapparsi.
Mentre attraversiamo la cenere
Sussurri il mio nome.
Adesso di chi è la mente più perversa?

Questo dolore non passerà mai,
queste cicatrici non si saneranno mai.
Sudore che monda,
ci stiamo solo usando,
troppo depravati per sopravvivere
ma troppo giovani per morire
e ci facciamo del male,
così ci facciamo del male.

Lo raschiamo più forte,
ormai è troppo tardi per tornare indietro.
Lo raschiamo ancora più forte
Mentre questi due mondi infranti, spogli, desolate, malati collidono

Mentre attraversiamo la cenere
Sussurro il tuo nome,
un assaggio di dolore a cui aggrapparsi.
Mentre attraversiamo la cenere
Sussurri il mio nome.
Adesso di chi è la mente più perversa?

Questo dolore non passerà mai,
queste cicatrici non si saneranno mai.
Dannato letto sporco,
dannata mente sporca.

Pain of Salvation - The Perfect Element (Part I) (2000) - Ashes