Nel nome della disperazione
chiamo il tuo nome.
Un lamento tra i singhiotti,
ancora e ancora.
Eclisse spirituale...
I portali sono chiusi alla mia ricerca.
La notte...
Un velo di stelle che mi osserva.
La mia ombra nasce dalla luce,
la luce dell'occhio, nell'oscurità.
I ricordi si elevano sulle acque increspate
all'infinito, cercando di giorno e di notte.
Il chiaro di luna accarezza un colle solitario
con la calma di un sussurro.
Indosso un'anima spogliata,
un vacuo volto nell'acqua che scorre.
Fa freddo qui,
la polvere e il gelo riempiono la mia veste di cicatrici.
Gli occhi fissano il tuo ritratto silenzioso.
Parliamo solo con il pensiero.
Ci siamo abbracciati, in attesa:
le ore portarono la sete e il sole nascente.
Gli uccelli del sole lasciano i loro nidi oscuri,
le ombre indorano gli archi.
Non voltare il tuo viso verso di me
confrontandomi con la mia solitudine.
Sei in una foresta sconosciuta,
il frutteto segreto...
E la tua voce è forte e incolore
ma così preziosa.
La ninna nanna della luna crescente t'ha rapito,
ipnotizzato, la sua faccia caleidoscopica
t'ha donato uno sguardo di sfuggita:
un'altra anima nella mandria divina.
L'ho tenuto,
il simbolo cremisi,
nascosto nel tempio d'oro
finchè gioiremo nel prato
della fine.
Quando cammineremo via, come ombre,
s'infiammerà e sparira:
la Rosa Nera Immortale.
Si sta facengo di nuovo buio,
il crepuscolo si trascina tra i campi,
gli alberi della sera piangono, come se sapessero
che di notte ti sogno sempre.
Opeth - Morningrise (1996) - Black Rose Immortal
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