In fin dei conti faccio il localizzatore, quindi perché non
scrivere delle otto localizzazioni di videogiochi che più mi hanno colpito, nel
bene e nel male? Qualcuno potrà chiedere “perché mai otto?”
La risposta è semplice: l’otto è un numero che mi piace
perché fa rima con un sacco di parole (botto, scotto, smotto, paperotto.
Senza ulteriori indugi, cominciamo con l’ottava posizione:
8) Tomb Raider II
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Lara Croft e il suo didietro ipnotico. |
Questo è stato il primo gioco che abbia mai provato che
avesse una localizzazione in italiano. Prima di allora, tutti i videogiochi che
conoscevo o avevo giocato avevano ben pochi testi, del tipo “New Game”, “High
Score” e via discorrendo. Ma Tomb Raider II era diverso: non solo i testi erano
tradotti, ma persino le cutscene lo erano. Non lo erano però i filmati in FMV,
delizia di quei tempi, che mancavano di qualsivoglia dialogo, probabilmente una
mossa astuta di Eidos per limitare i costi di produzione.
Probabilmente è a causa del fattore nostalgia che Tomb
Raider II è il capitolo della serie che ricordo con più piacere e che torno a
giocare di tanto in tanto. Certo, la qualità del doppiaggio, a pensarci oggi,
era pessima, ma quale videogioco degli anni ’90 poteva vantare un cast di
doppiatori stellari?
7) Shining Force: The Legacy of Great
Intentions
Tanti capelli fa (la calvizie incipiente mi ha ormai
costretto a rivalutare il modo in cui calcolo il tempo, facendomi passare dal
tradizionale giorni, mesi e anni all’attuale alcuni capelli, diversi capelli e
molti capelli fa), quando ancora la signora Stephanie Meyer non aveva tramutato
il sostantivo inglese Twilight in sinonimo di “vampiro lievemente androgino e
sbrilluccicante”, tale termine era il simbolo del potere.
Negli anni ’90 andavano molto in voga i cosiddetti CD Twilight, una
pubblicazione bootleg che raccoglieva in un solo disco (che negli anni
sarebbero diventati 2 CD o 1 DVD, quest’ultimo contenente diverso materiale
aggiuntivo) moltissimi giochi. Ovviamente tutti i dati erano compressi sino
all’inverosimile e si giungeva persino ad eliminare completamente tutti i
filmati in FMV, ma erano TANTI giochi, che equivaleva a TANTO divertimento.
Oppure no?
Beh, no. Si trattava per la maggior parte di titoli budget
di dubbia qualità, però nel fango talvolta si poteva trovare una qualche perla
nascosta. È proprio ciò che capitò a me quando avevo 11 o 12 anni. Un mio
cugino (con una g) mi prestò due CD Twilight. All’interno di essi vi era
qualcosa che catturò la mia attenzione: si chiamava Sega Smash Pack 2. Lo
installai e mi accorsi che era una raccolta di hit del Mega Drive, tra cui
spiccava un RPG tattico di nome Shining Force. Forse è proprio grazie a Shining
Force che ho iniziato a maturare il mio interesse per la lingua inglese e senza
dubbio mi ha aiutato molto ad impararla, anche se all’epoca avevo capito solo
il 35% di ciò che era scritto.
Fu solo molto tempo dopo che scoprii che Sega of America
aveva fatto, similmente a come facevano a quell’epoca (Shining Force è del
1993) molte software house che dovevano localizzare dei giochi dal giapponese,
un grossolano lavoro di accetta. Addirittura una parte fondamentale per la
comprensione della trama era stata completamente tagliata, cosa di cui però mi
accorsi solo quando giocai al remake per Game Boy Advance.
Nonostante tutte le pecche della sua localizzazione inglese,
Shining Force rimane però una piccola perla nella libreria della console a 16
bit di Sega.
6. Half-Life 2
Questa è una localizzazione che mi ha colpito, ma solo per i
motivi sbagliati. Piccola precisazione: io ADORO la Valve e penso che tutti i
loro giochi siano una figata, anche se alcune delle loro politiche aziendali mi
lasciano un po’ perplesso. Una tra tutte, invece di sviluppare cazzatine come
la SteamBox potrebbero impegnarsi a far uscire in tempi umani Half-Life 3.
Oppure Portal 3. O Team Fortress 3. O anche tutti e tre.
Detto questo, il modo in cui il copione di HL2 è stato
tradotto e successivamente interpretato mi ha fatto rabbrividire dall’orrore.
Per capire perché, guardiamo assieme entrambe le versioni dell’intro, prima
quella inglese e poi quella italiana, e soffermiamoci su alcuni dettagli.
EN:
IT:
Notato qualcosa? La prima battuta dell’originale è “Rise and
shine, Mr. Freeman, rise and shine”, che in italiano è stata resa con “Si
svegli, Mr. Freeman, si svegli”. Qualcuno potrà anche tentare di essere
conciliante, dicendo “Massì, in fin dei conti il significato è quello!”
E invece no.
Rise and shine è un’espressione anglosassone che è al tempo
stesso militare e religiosa: militare perché fa riferimento all’alzarsi dalla
branda e lustrare gli stivali per andare in battaglia, religiosa perché rimanda
al libro di Isaia 60:1, che recita, nella versione di Re Giacomo:
“Arise , shine ; for thy
light is come , and the glory of the LORD is risen upon thee.”
Mentre nella Riveduta del 1927 si ha:
“Sorgi, risplendi, poiché la tua luce
è giunta, e la gloria dell’Eterno s’è levata su te!”
Una utente di un forum che frequento
ha sottolineato (giustamente) , come “le citazioni vengono troppo spesso
comunque ignorate, vuoi per mancanza di riferimenti o per mancanza di tempo. […]
C'è chi potrà obiettare che tanto simili riferimenti potrebbero essere scorti
da una percentuale minima di giocatori, ma per quello 0,0000n % varrebbe
in ogni caso la pena; e sarebbe un indice di rispetto per chi in un gioco ha
investito il proprio entusiasmo e il proprio bagaglio culturale.”
Verissimo, ma in quanto parte di quella 0,0000n %
fetta di pubblico che le citazioni le coglie voglio poter essere in grado di
sussultare ogni qual volta c’è una citazione dotta o pseudo-tale.
C’è però da dire che alcuni doppiatori hanno comunque fatto
un lavoro discreto, soprattutto “…”, che ha prestato la sua voce a Gordon
Freeman. Magistrale interpretazione!
5. Mass Effect
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Il meme, per fortuna che ha conosciuto una brevissima fama, del comandante Shepard. Quest'immagine infesta ancora i miei incubi. |
Qua tocchiamo un altro tasto dolente. Mass Effect aveva
avuto un inizio esplosivo, un sequel bello ma che comunque pecca della stessa
colpa di tanti altri secondi capitoli e un finale che… Lasciamo perdere.
Purtroppo, ancora una volta, la qualità del doppiaggio non
era granché. Certo, il lavoro di Claudio Moneta non era proprio da buttare, ma
la maggior parte degli altri doppiatori non è che abbia fatto chissà che grande
interpretazione. E si può anche perdonare la prestazione non proprio esaltante
di Giacomo Zito, il quale ha dovuto registrare TUTTE le battute praticamente a
ridosso della data di lancio a causa dell’incidente stradale che aveva
costretto Moneta ad abbandonare il progetto dopo aver doppiato circa l’80%
delle battute.
Ma Dio mio, Femshep proprio non la si può sentire. No,
giuro, è un’interpretazione talmente atroce che quasi su YouTube non si trovano
video al riguardo. Qualsiasi risposta si sceglie, la protagonista risponderà
con un tono scazzatissimo.
Sigh…
4. The Elder’s Scrolls: Morrowind e Oblivion
Quando Morrowind uscì per Xbox, un rappresentante italiano
di Microsoft affermò, grosso modo, che “non c’era tempo di localizzarlo in
italiano”.
Quando Oblivion uscì per tutte le console del globo
terracqueo, qualcuno lo localizzò in italiano. Oh… Mio… Dio… La traduzione era
talmente pessima che su Internet non è nemmeno possibile trovare i nomi di chi
se ne occupò. Probabilmente adesso sono emigrati in Burundi.
3. Beyond Good and Evil
Si sa, la storia tende sempre ad essere eccezionalmente
gentile con alcuni titoli e troppo dura con altri. Beyond Good and Evil ricade
in quest’ultima categoria.
Frutto dell’intelletto di Michel Ancel, creatore di Rayman,
Beyond Good and Evil era uno dei diversi tentativi che Ubisoft stava mettendo
in atto nel tentativo di avviare delle nuove serie di successo. È infatti dello
stesso periodo l’uscita di XIII, un FPS con grafica in cel-shading basato su un
fumetto belga. Purtroppo, né Beyond Good and Evil né XIII riscossero granché
successo, tant’è vero che li acquistai entrambi nuovi di zecca, non molto tempo
dopo la loro uscita, a meno di 15 euro cadauno.
Eppure, Beyond Good and Evil aveva tutte le carte in regola
per diventare una serie di successo: una storia intrigante, personaggi ben
costruiti e uno stile grafico parecchio accattivante. Senza contare il fatto
che, per la prima volta nella mia vita, sono riuscito a dispiacermi per le
disavventure che capitavano alla protagonista, merito anche di un doppiaggio
stellare (la voce di Jade è di Chiara Colizzi, una delle doppiatrici di Uma
Thurman).
2. Zero Wing
Alzi la mano chi non ha mai letto su Internet la frase “
All your base are belong to us”.
Ma forse non tutti sanno che essa ha origine dalla localizzazione statunitense
di Zero Wing.
All’epoca, a causa delle limitazioni nel numero di caratteri
visualizzabili all’interno di una textbox, i localizzatori dal giapponese all’inglese
erano costretti a tagliare drasticamente le frasi. Giochi come Breath of Fire
presentano alcuni errori di grammatica e di ortografia, mentre altri inventano
lingue completamente ignote al genere umano. White men can’t translate.
1. Max Payne 1 e 2
Chi mi conosce sa che adoro la Finlandia. Le mie quattro
band preferite sono finlandesi. Ho addirittura buttato venti euro per
acquistare la traduzione del Kalevala, il poema nazionale finnico.
Credo proprio che questo amore viscerale sia dovuto a Max
Payne. Sviluppato dalla finlandese Remedy Entertainment e distribuito da
Rockstar, questo titolo ha inaugurato la carriera di Sam Lake (all’anagrafe
Sami Järvi) come piccola stella del
panorama videoludico. Il secondo capitolo è stato, ovviamente, all’altezza
delle aspettative.
Ma soprattutto, la
maggior parte del fascino che Max Payne esercita su di me (e molti altri) è
dovuta al suo doppiaggio eccezionale. La voce del protagonista nella versione
italiana è quella di Giorgio Melazzi, che si adatta perfettamente al suo ruolo.