A volte, navigando su Internet ci si imbatte nei cosiddetti “giveaway”, un metodo pubblicitario che consiste nel dare gratuitamente, per un tempo limitato o in numero limitato, alcuni beni digitali al fine di promuovere la propria opera. Sul gruppo di Facebook A Favore della Sperimentazione Animale era disponibile gratuitamente per 24 ore Animalismo Diversamente, l'ultimo libro di Renato Massa, che fino al 2009 era Ordinario di Biologia Animale e Conservazione della Fauna presso l'Università di Milano.
Devo
ammettere che mai avrei pensato che mi sarebbe capitato di riuscire a
ottenere qualcosa tramite un giveaway. Solitamente arrivo troppo
tardi, quando o tutte le copie sono già state distribuite, o quando
ormai la promozione si è chiusa. Non avendo granché da fare (o
meglio, non volendo fare ciò
che avrei dovuto) ho deciso di scaricarlo. Tanto, ho pensato, la
lettura di un libro male non fa. E, ancora una volta, questa verità
ha trovato conferma.
Innanzitutto,
la copertina di questo ebook è epica:
mai, dai tempi di Kickassia, ho trovato tante citazioni nerd in
un'opera visuale. Dagli stracchini di Nonno Nanni, al Nyancat, al
Grumpy Cat e a tante che
sicuramente mi sono sfuggite,
mai copertina di un libro è stata così fantastica. Giuro, potrei
passare il resto della mia vita a fissare questa copertina senza mai
stancarmi.
Tornando
all'opera in sé, Animalismo
Diversamente è un pamphlet dal
taglio al tempo stesso
divulgativo e propositivo.
Divulgativo perché, come fa notare lo stesso Massa
nell'introduzione, “molte persone [sono incapaci] di comprendere le
caratteristiche intrinseche [...] del mondo naturale”. Si tratta,
quindi, di “educare alla natura” il lettore, spiegandogli, per
mezzo di una concisa ma ben costruita esposizione, tutti i passi che
dall'australopiteco portano all'Homo sapiens sapiens
e di come l'evoluzione umana abbia modificato non solo l'ambiente
naturale, ma abbia anche operato, consapevolmente o meno, delle
scelte che hanno fatto sì che l'evoluzione di determinate specie
rimanesse legata a doppio filo con quella del genere umano. Ma
l'educazione alla natura è solo una metà del cielo: il pamphlet si
occupa anche di delineare delle prospettive sul come si possa vivere
in maniera più sostenibile.
Personalmente,
alcune dei ragionamenti di Massa, in primis quello sulla riduzione
pianificata della popolazione umana, mi ha lasciato un tantino
perplesso. Non tanto perché non condivida l'idea che in un pianeta
limitato con risorse limitate una crescita demografica sfrenata
porterebbe (e sta portando) a un depauperamento forse irreversibile
del pianeta stesso, ma perché l'idea che si possano attuare delle
politiche che disincentivino la formazione di famiglie numerose non
ha molto senso, in paesi democratici. È pur vero che in Cina la
politica del figlio unico ha ottenuto risultati, ma al prezzo che
molte famiglie, pur di avere
l'erede maschio, decidano di non continuare la gravidanza di bambini
di sesso femminile. Si è persino arrivati al punto che la Cina è il
paese con il più rapporto uomini/donne più alto al mondo.
A
questa riflessione si aggiunge il fatto che questo pamphlet farà
arrabbiare molto gli animalisti. Sì, arrabbiare è il termine
corretto. Non che di loro non lo siano, sia ben chiaro. Però,
considerando l'alto numero di complottisti tra le schiere dei
sedicenti “animalisti”, leggere cose come “riduzione della
popolazione mondiale” potrebbe
far venire loro un colpo. Non ho mai fatto mistero di non essere
animalista, anzi, credo fermamente che gli animali hanno sì
sentimenti, ma malvagi e a questi preferisco le piante che,
diversamente da certi pennuti,
non hanno mai cagato in testa a nessuno.
Eppure, leggere Animalismo
Diversamente è stato, per me, un'esperienza intensa e
interessantissima, per quanto breve (il pamphlet consta di 82
pagine). Renato Massa argomenta senza mai alzare la voce e senza mai
perdere di vista quella lucidità scientifica che, al giorno d'oggi,
è indispensabile adottare se non vogliamo che qualunque discussione
abbia lo stesso spessore e la stessa rilevanza delle chiacchiere da
bar (o, se preferite, dei commenti sui social network, aberranti
anche questi).
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